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Claudio Marcello, Marco.

Generale romano, soprannominato "la spada di Roma". Appartenente a una ricca famiglia di origine plebea, entrata a far parte del patriziato romano solo da poche generazioni, ricevette un'accurata educazione, affermandosi presto come uno dei cittadini romani più ragguardevoli, tanto da ricoprire cinque volte il consolato, a partire dal 22 a.C. Durante il primo consolato, tenuto insieme con Gneo Cornelio Scipione, vinse i Galli a Clastidium (Casteggio), uccidendo personalmente il loro capo Viridomaro. Occupò poi Milano, ponendo fine alla guerra contro gli Insubri. Dopo la seconda guerra punica, fu inviato in Campania, dapprima come pretore, poi come proconsole e console (216-214 a.C.). Con i superstiti delle legioni sconfitte a Canne, riuscì a tener testa ad Annibale, assicurando Nola ai Romani dopo una difesa durata tre anni. Inviato in Sicilia nel 213, assediò Siracusa, alleata dei Cartaginesi. Questa seppe però resistere a lungo, anche grazie alle ingegnose macchine da guerra inventate da Archimede, e solo nel 212 riuscì ad aprire una breccia nelle mura della città, che fu definitivamente conquistata nel 211. Durante il saccheggio rimase ucciso Archimede, che per sua volontà ebbe grandi onoranze funebri. Console nel 210, insieme con M. Valerio Levino e proconsole nel 208, diresse le operazioni contro Annibale nell'Apulia e nel Sannio, costringendo i Cartaginesi a ritirarsi a Bruzio. Nuovamente console nel 208, stava preparando uno scontro decisivo contro Annibale, quando rimase ucciso in un agguato tesogli da nemici, nel corso di una ricognizione presso Petelia (270 circa a.C. - 208 circa a.C.).